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Cultura del gusto e memoria

Consumare cibo di qualità non significa semplicemente consumare qualcosa che sia “più buono” di altri possibili elementi nutritivi in grado di ingenerare un senso di sazietà nell’individuo, significa compiere una serie di esperienze, non ripetibili altrimenti.

Un’esperienza sensoriale: il gusto. Molta parte della cucina contemporanea e dell’attuale modo di intendere l’alimentazione quotidiana mortifica l’esperienza sensoriale potenzialmente insita nell’esperienza culinaria, impoverendola e derubricando il cibo a mera necessità. Si può essere portati a pensare che il gusto sia una realtà soggettiva, per molti versi incomunicabile. In realtà il gusto del cibo è un aspetto collettivo, che può essere comunicato e condiviso. Il gusto quindi è un prodotto sociale.

 

Come è facile comprendere, gusto e tradizione, nel loro rapporto biunivoco, rappresentano elementi che evidenziano l’importanza che svolge, soprattutto oggi, il tema della memoria: memoria tanto dell’esperienza culinaria (anche in termini di esperienza sociale) quanto alla cultura alla base di quest’ultima.

Se esiste un termine che possa racchiudere in sé le principali criticità dell’attuale rapporto fra l’uomo e il cibo, gli elementi di rottura con il passato e i motivi di preoccupazione per gli sviluppi futuri, questo è rappresentato, forse, proprio dalla “memoria”. Allo stesso tempo bilancio del presente e auspicio per il futuro.

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