Crediamo, che sia solo a partire da una cultura dell'alimentazione maggiormente attenta ai valori della naturalità e della sostenibilità in tutte le sue declinazioni, che si possa originare una nuova “cultura del cibo” propria di chi non nega il piacere, ma lo coltiva, di chi instaura intensi rapporti con la radice delle cose, di chi riconosce l’importanza del senso degli elementi, della materia e della convivialità.

 

Reputiamo che la cultura sia da sempre un moltiplicatore di risultati, grazie alla sua capacità di orientare le energie delle persone in forma collettiva.

 

Limitarsi all'individuazione di soluzioni tecniche alle problematiche emergenti, trascurando la dimensione culturale e di conoscenza, significa pianificare interventi di breve termine, rinunciando ad incidere sulle cause profonde delle difficoltà attuali.